Lo scopo del percorso diagnostico è quello di compiere una valutazione accurata delle capacità e delle difficoltà del bambino e del ragazzo, tramite colloqui e test standardizzati per valutare le abilità in molti ambiti.
Le capacità indagate possono essere molteplici, fra cui il linguaggio, la memoria, l’attenzione e le capacità di ragionamento. Nei casi di difficoltà scolastiche vengono somministrate prove standardizzate sugli apprendimenti (lettura, scrittura e calcolo).

Al termine della valutazione viene rilasciata una relazione scritta in cui sono riportate le principali caratteristiche (difficoltà e punti di forza) della persona.
L’eventuale diagnosi di DSA emessa al termine della valutazione è accettata in Emilia-Romagna al pari di una diagnosi proveniente dal Servizio Sanitario Nazionale, come previsto dalle linee di indirizzo sui DSA della Regione Emilia-Romagna.
Come si svolge?
Colloqui con i genitori e con il bambino/ragazzo. Il primo momento di conoscenza è molto importante per raccogliere informazioni rilevanti sui motivi della richiesta e sulla storia della famiglia: verrà fatto un colloquio con i genitori e in separata sede un’altro solo con il ragazzo. Questa fase aiuta ad impostare la valutazione e ad avere un ampio sguardo sulla vita di vostro figlio, sui suoi vissuti emotivi e sui suoi punti di forza.
Valutazione e inquadramento diagnostico. Nel corso della valutazione il bambino (o ragazzo) sarà sottoposto ad alcuni test che hanno lo scopo, nel complesso, di indagare il funzionamento cognitivo e le prestazioni negli apprendimenti.
Stesura della relazione e colloquio di restituzione. A conclusione del percorso diagnostico verrà redatta una relazione che sintetizzerà quanto emerso dalle precedenti fasi. Verranno inoltre riportate le proposte di intervento. Tale relazione sarà consegnata e spiegata ai genitori durante il colloquio di restituzione, spiegando le conclusioni a cui si è pervenuti e le conseguenti proposte di intervento.
e dopo?
In base a quanto emerso dalla valutazione, possono essere attuati diversi percorsi:
In caso di disturbo specifico dell’apprendimento, in virtù della legge 170/2010, la scuola dovrà produrre un documento chiamato Piano Didattico Personalizzato (PDP), in cui indicherà gli strumenti compensativi e dispensativi che dovrà adoperare per personalizzare la didattica sulle modalità di apprendimento del bambino/ragazzo.
In caso di difficoltà di altro tipo, ad esempio di attenzione o di memoria, è sempre possibile redigere un piano didattico personalizzato in virtà della circolare ministeriale sui BES (Bisogni Educativi Speciali).
Si potranno prevedere inoltre, in baso alle necessità, degli incontri di logopedia per migliorare aspetti relativi al linguaggio o agli apprendimenti (lettura, scrittura e calcolo), percorsi di neuropsicologia per potenziare le capacità di attenzione e di memorizzazione e percorsi di parent training per trovare le opportune strategie di gestione delle eventuali problematiche comportamentali del bambino.
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